Project Description
A distanza di 300 anni dalla ricorrenza della morte, l’architetto Paolo Amato è ancora oggi ricordato per il suo immenso patrimonio artistico che ha lasciato all’intera comunità. Nato a Ciminna il 24 gennaio 1634 da Giandomenico e Laura Amato, si è trasferito a Palermo per studiare nel seminario arcivescovile, sotto il diretto controllo del fratello maggiore Vincenzo (Ciminna, il 6 gennaio 1629 – Palermo 1670), in città diventano entrambi sacerdoti. In seguito Paolo divenne allievo di Angelo Italia e incomincia a studiare la matematica, la prospettiva e a lavorare per il senato palermitano.
La sua notevole bravura lo porta ben presto a indurre il Senato a conferirgli la cittadinanza onoraria e aggirare le Sicule Sanzioni del 1672, che proibivano la nomina degli ecclesiastici in quanto non sottoposti alla giurisdizione civile.
Volto della Palermo barocca l’architetto progetta diverse opere tra cui la fontana del Garraffo, altari e intere chiese come quella del monastero del Santissimo Salvatore, un teatro della musica e poi di nuovo tanti altari decorati con marmi mischi.
La prova più attesa, segno della sua bravura, è l’allestimento del Festino con il suo momento culminante nella processione e nella sfilata dei carri trionfali. La processione è scandita in ogni suo momento: le Quarant’ore, la messa solenne nella cattedrale, le corse dei cavalli, le notturne cavalcate delle Magistrature cittadine e dell’arcivescovo, i fuochi d’ artificio prodotti da enormi «macchine da fuoco».
Il primo carro trionfale risale al 1686; con la sua realizzazione Paolo Amato si guadagna la nomina ad architetto del Senato sino al 1714. L’architetto officia il crescendo delle celebrazioni, anno dopo anno disegna gli apparati festivi, il carro e la macchina dei fuochi, il ricco addobbo della Cattedrale e gli altari dei vari ordini monastici che ai Quattro Canti gareggiano in sfarzo e voglia di stupire. Con la sua invenzione del carro trionfale celebra Santa Rosalia sul carro solare tirato da cavalli di vario colore bianco, rossi, fulvi e neri, che simboleggiano il glorioso anche se confuso destino riservato alla città.
Paolo Amato con le sue creazioni destinate all’eternità, predilige le colonnine tortili che hanno il compito di significare la presenza divina, simbolo dell’architettura dell’universo. Nel Festino del 1691 la cattedrale è addobbata con un puntiglioso elenco di virtù regali che dalla Sicilia pacificheranno il mondo; nel 1695 il Festino si ricollega alle radici ebraiche di una Palermo che rivendica il suo sentirsi erede della corona di Gerusalemme e a tal proposito Paolo Amato addobba la Cattedrale ricreando al suo interno, simbolicamente riunite, una chiesa, una sinagoga e una moschea: anche se la tolleranza è ben lontana dall’essere praticata e l’Inquisizione vigila occhiuta.
E’ morto il 3 luglio 1714, all’età di 80 anni, ebbe solenni funerali e fu sepolto per sua disposizione nella chiesa dei Crociferi dentro la stessa tomba, ove riposavano gli avanzi del fratello e della madre, e sulla quale fu scolpito in marmo il seguente comune epitaffio: “Musices, et Architectonicaeperitissimos, fratres D. Vincentium, et D. Paulum Amato hic iacentes, et ipsaiacensdefletMathesis, plorantemsublevat Lauria Amato eorum Mater: Quaeetenim in felici urbe ad Cantorum, et Geometriaepraefecturamipsosgenuit, pietati, et Sacerdotiocumeosdemeducasset, beataePatriaearmonicam, et opticamideamediscere a filiisbenem. magistramadhortatur, Obiit D. Vincentius Amato 29. Iul. ann. 1670, aetatis 42. Lauria Mater 27 Ian. an. 1672. aetatis 72. D. Paulus vero 3. Iul. 1714 aetati 80“.
I fratelli Vincenzo e Paolo Amato, espertissimi di Musica e Architettura,che qui giacciono, e che pure la Matematica sepolta compiange, la loro Madre Lauria Amato soccorre piangendo: e in verità lei nella prospera città (in terra?) li generò per l’esercizio della Musica (Cantorum sarà “dei canti”) e della Geometria e avendoli educati alla pietà e al Sacerdozio incoraggia a imparare a conoscere da parte dei figli la scienza dell’armonia della beata Patria (sarà l’Aldilà?) e l’idea ottica (sarà la “Prospettiva”
Fonte: la Repubblica.it – 12 luglio 2008 – Amelia Crisantino
Fonte: (www.dallevallialmare.it)