Project Description
‘U Cuddiruni è una specialità alimentare realizzata con pasta del pane, diffusa in diverse parti della Sicilia, dove assume caratteristiche talvolta molto diverse fra di loro, similitudini si possono trovare con lo sfincione di Palermo.
U Cuddiruni è un prodotto culinario della cucina tipica Ciminnese, è una focaccia (un pò più piccola della pizza), di impasto morbido e gustoso, dal sapore forte e deciso, un profumo irresistibile. Viene realizzata bianca (senza la polpa di pomodoro) o rossa, condita con acciughe, cipolle, formaggio pecorino e mollica. In passato era consuetudine infornare “u cuddiruni“, quando si faceva il pane in casa, con la farina di semola di grano duro, l’impasto rimanente veniva condito per allietare la giornata dei bambini con una golosità gastronomica semplice ma gradita.
A ‘Nfriulata è un calzone tipico locale, farcito con tritato di maiale, condito con cipolle, patate, polpa di pomodoro e spezie. La storia narra che il prodotto è legato ad un avvenimento religioso. Nel mese di Dicembre del 1781, i fedeli ciminnesi aspettavano da Palermo la statua per i festeggiamenti dell’Immacolata Concezione, che arrivò di notte con un enorme ritardo. Per non ritardare ulteriormente i festeggiamenti, i fedeli durante la notte andarono incontro alla Statua portando con sè del cibo (‘nfriulata, salsiccia e vino) per rifocillarsi durante il lungo percorso. Questa iniziativa ha dato luogo ad una caratteristica festa denominata “u Triunfu“. Da quel giorno, il sabato successivo all’otto dicembre (Festa dell’Immacolata), Ciminna è in subbuglio, si dà luogo alla processione notturna (in memoria dell’arrivo della statua dell’Immacolata). Durante il giorno, compagnie di giovani e interi nuclei familiari provvedono a vari acquisti destinati alla cucina ed è essenziale che non manchi farina di grano duro, tritato di suino, formaggio e salsiccia. La festa dà la possibilità di riunirsi nelle case dei nonni, dove ancora persiste un forno a legna, di riscoprire il braciere di rame pieno di carboni ardenti che riscalda l’ambiente prima che il vino novello faccia sentire i suoi effetti, induce a riscoprire gli antichi sapori di cibi cucinati direttamente sul fuoco o al calore lento della cenere (’nmpurrazzati). Il punto di forza della serata è il forno in cui vengono infornati le ‘Nfriulati.
Dalle ricerche effettuate da alcuni storici e studiosi ciminnesi, la ‘Nfriulata, viene ricavata da una dimenticata ricetta romana, la sua definizione potrebbe derivare dal latino “infriare” da cui infriatam -sminuzzata-, con riferimento alla farcitura. Se cosi è, si attesta come sia percorribile l’ipotesi di una Ciminna bizantina, la ‘Nfriulata è un reperto che testimonia una lunghissima tradizione culinaria ciminnese.
Fonte: www.dallevallialmare.it