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Il fico d’india è una vera golosità“Calamignara”,è un vero e proprio simbolo di Ventimiglia di Sicilia che ne detiene il primato per la qualità.
E’ possibile gustarlo nelle sue diverse varianti: giallo-arancione varietà sulfarina (la più coltivata e diffusa nel territorio),rosso porpora varietà sanguigna ed infine bianco varietà muscaredda. Ciascuna variante è comunque nota sia per il primato, sia per il gusto esotico e per le proprietà nutritive; infatti questo frutto è ricco di minerali, calcio, fosforo e vitamina “C”. E’ possibile gustare questa vera delizia della “gastronomia calamignara” ovvero Ventimgliese, in diversi modi, per esempio come liquore, conserve o all’interno di dolci locali. Persino i cladodi le cosiddette “pale di ficurini” sono commestibili e vengono spesso impiegate nella preparazione di insalate o conservate in salamoia o sottaceto. Il fico d’india nella “medicina popolare” siciliana, ha svolto un ruolo essenziale; infatti sin dal suo arrivo nel nostro territorio è stato adoperato come rimedio naturale per contrastare tonsilliti, febbri, ferite e piaghe, inoltre il decotto dei suoi fiori ha proprietà diuretiche e depurative. La pianta di origine messicane, arriva a Ventimiglia solamente nella seconda metà del cinquecento, attraverso l’importazione spagnola. Dal punto di vista tecnico la pianta, denominata Opuntia ficus-indica appartenente alla famiglia delle Cactaceae, può raggiungere un’altezza pari a 3-5 metri. Il fusto è composto da “cladodi”di forma ovale comunemente dette “pale”, (in dialetto siciliano “pale ficurini”) che ne assicurano la fotosintesi clorofilliana; le verefoglie sono di forma conica e contrariamente a quanto si possa pensare, sono lunghe appena qualche millimetro. Il taglio dei fiori, comunemente chiamato “scozzolatura”, è di origine Ventimigliese con testimonianze risalenti agli inizi 1800, avviene ogni anno tra i mesi di Maggio e Giugno, utilizzato principalmente per consentire un’abbondante produzione e una maturazione rallentata, intorno ai mesi di Ottobre e Novembre. Il tipo di “scozzolatura” genera differenti frutti di fico d’india: gli “Agostani” e i “Bastardoni”. I primi, dalle ridotte dimensioni, maturano nel mese di Agosto; i secondi, invece, raccolti durante il periodo autunnale, si presentano più grandi e saporiti.
Entrambe le raccolte avvengono attraverso il caratteristico “coppu”, un bastone alla cui estremità viene posto un oggetto vuoto dalla forma di tronco di cono, con il quale si raccoglie il frutto staccandolo dalla “pala” attraverso un semplice movimento rotatorio. Per chi volesse cimentarsi con la raccolta di questo pregevole frutto, si consiglia di munirsi di adeguate attrezzature;occhiali, indumenti a manica lunga, guanti da giardinaggio e sperare in una giornata che non c’è vento !
(fonte: www.dallevallialmare.it)
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